lunedì 20 luglio 2009

Sapori della cucina indiana





L'India è una nazione molto complessa e variegata e questo si ripercuote anche sulla cucina tipica di questo paese. La cucina indiana è sinonimo di spezie, curry, riso e chutney, almeno per come la conosciamo qui in occidente. In realtà non esiste una cucina indiana, nè un piatto nazionale, ma tante cucine diverse tra loro (e come poteva essere diversamente, vista la vastità del subcontinente indiano?).
L'India è una nazione fortemente legata alla religione e la cucina indiana non è da meno, infatti si basa sui principi dietetici scritti nei testi sacri dell'Ayurveda, che regolando in particolare il dosaggio e i miscugli delle spezie affermando che un'alimentazione fortemente speziata è una garanzia di buona salute. La cucina indiana del nord è caratterizzata dal ghee, il burro chiarificato nel quale si soffriggono le spezie, che fa da base per ogni prepazione; molti tipi di pane, carni grigliate, poche salse e una preferenza per lo yogurt. I piatti tipici di questa regione sono i pulao persiani, miscugli di riso e carne con zafferano; i biryani, piatti unici a base di riso, carne o pesce, e verdure; gli spiedini. Nello stato del Punjab, dove è situata la capitale, Delhi, nacque il famoso tandoor, il forno di argilla utilizzato per cuocere il pane la carne.Il Kashmir è il maggior produttore di peperoncino del paese, e la capitale dell'agnello.La cucina indiana del del sud è profondamente vegetariana, a base di legumi e cereali, soprattutto lenticchie e riso, non si cuoce con il burro ma con l'olio vegetale. La costa è ricca di alberi da frutto: anacardi, banani, limoni, piante di guaiava, alberi del pane, manghi, papaia, tamarindi, tè e caffè. In tutta la costa tropicale, a partire da Goa, si cucinano pesci, crostacei e molluschi, molto speziati.Famosi i piatti a base di tamarindo dello stato del Tamil Nadu, nella parte orientale, e quelli a base di cardamomo delo stato del Kerala, a Ovest dell'estremità meridionale, dove si possono assaggiare gli idlis, dolcetti di riso fermentato.La cucina indiana più ricercata è quella dello stato del Maharashtra, la cui capitale è Bombay. Qui i piatti sono preparati con un numero molto grande di ingredienti, vengono preparate e utilizzate le chutney, composte di frutta speziate, gli achar (o pickles, sottaceti piccanti). La cucina è tendenzialmente dolce e (relativamente) poco speziata.Gli indiani mangiano tutto o quasi con le mani: quelli del nord si servono delle punte delle dita, quelli del sud prendono gli alimenti a piene mani. L'eleganza esige di prendere il cibo lentamente con le prime tre dita della mano destra, senza sporcarle oltre la prima falange. Il pane è l'unico utensile utilizzato.Tutte le pietanze sono servite conteporaneamente: è il thali, grande piatto rotondo individuale, in cui sono presentate tutte le vivande. Nel nord questo grande piatto è di metallo, nel Sud e nelle case contadine ci si accontenta di una foglia di banano. Le pietanze liquide sono disposte in ciotoline, i katori, di terracotta, e disposte sul thali. L'Indiano beve molti succhi di frutta, acqua di cocco, sciroppi di fiori, alcune volte salate e zuccherate al tempo stesso, profumate, aromatizzate al limone o all'acqua di rose (nimbu pani); il lassi, latte portato a ebollizione e addizionato con succo di limone, e lasciato riposare fino all'indomani. Spesso gli indiani sono soliti masticare semi di cardamono, generando attorno a sè un'intenso alone di profumo di questa spezia balsamica.
Il pane nella cucina indiana
Il pane è un alimento fondamentale nella cucina indiana. I più famosi sono il naan, una pasta lievitata cotta contro le pareti di un forno tandoor, cosparso di semi di papavero o di sesamo o aromatizzato con spezie e cipolla; il roti, un pane grigliato fatto con frumento, miglio e sorgo; il rumali, costituito da più fogli di pasta sovrapposti come un fazzoletto piegato; il poori, o pane fritto consumato in genere a colazione; il chapati, cotto su un una speciale padella di ferro dalla forma concava; il paratha, o pane al ghee, un chapati più condito, una specie di crêpe; l'idli, un pane odolce del sud a base di riso e cotto al vapore; il dosa o dosha, una focaccia preparata con una miscela di farine, riso, grano, lenticchie, cotte come delle crêpe e farcite con un ripieno speziato; i poppodum e pappad, focacce precotte e fritte a base di farine di lenticchie e di riso.
Il forno tandoor nella cucina indiana
Il tandoor è il forno in terracotta (vedi foto a inizio articolo), probabilmente originario dell'Asia centrale, a forma di grande giara dal collo ristretto, interrato nel suolo fino al collo. Si accendono dei pezzi di legno nel fondo del tandoor, il forno è pronto quando le le pareti diventano incandescenti e non ci sono più fiamme. È una specie di barbeque della cucina indiana. Per cuocere il pane e le focacce si prende in mano l'impasto e si incolla sotto il collo del tondoor, in modo che resti sospeso al di sopra della fonte di calore. Il pane gonfia, soprattutto sul bordo, come una pizza, diventando leggero e assumendo un colore dorato.La cottura della carne e del pesce si effettua su lunghi spiedini appoggiati al collo del tandoor, in modo tale che la carne si trovi a circa 30 cm sopra la brace. Le cotture sono brevi perché la temperatura del forno è molto alta.

l'india,l'lelefante e me(di Giancarlo De Cataldo)un viaggio nell'anima dell'india-il mio commento



Questo libro mi ha davverò,fatto provare delle emozioni indimenticabili;mi sono talmente immedesimata nelle esperienze e negli stai d'animo dell'autore,che è come se anche io abbia viaggiato in India,ponendomi domande ed è come se anche io avessi concluso questo viaggio,infinito immenzo nel cuore di questo splendido Paese.Ora non vorrei essere troppo accecata da "incenzi ,colori e dalla gentilezza del popolo indiano",ma nauralmento come Stato ha anche i suoi aspetti negativi,soprattutto dal punto di vista sociale e politico.


Ma questo viaggio mi ha quasi colta alla sprovvista,ho inizito aleggere questo romanzo strettamnete "abbraciata"alla realtà,ma andando avanti ,mi sono ristrovata improvvisamente in questo paese dalle mille faccie,dai mille volti,un paese che riesce a regalarti con un soffio di vento tutte le emozioni che non avevi mai provato prima.Abbiamo attraversato i deserti del Rajasthan,le città di Jodhpur e Jaipur dai mille colori edai mille "sapori",siamo entrati nelle atmosfere sognanti del Taj-Mahal che si specchia nello Yamuna,arrivando nelle città più sacre,varanasi la Città della Luce,che riesce,durante i riti della cremazione farti rivivere i dolori della tua vita,dei dolori che a Varanasi,dopo essere tirati alla luce,scompaiono per sempre svanendo nel nulla.Siamo arrivati infinine nella città,estremamente occidentalizzata,ma al contempo molto affollata di Mumbai(la città si chiama Mumbai dal 1998,il suo nome deriva da una antica divinità locale ,la dea Mumba,per tardizionalizzare il Paese).Certo sono riamsta colpita da una cosa in particolare L'ashram e la casa della carità;il primo accoglie donne vedove,sole abbandonate dai propri cari,molto probabilmente per non spendere i propri guadagni in medicine,mentre il secondo è una casa dia accoglimento per i disabili,i malati,i bambini e le donne incinta,quest'ultima è guidata da Una suora missionaria italiana che vive in India dal 1984 e che si è adattata benissimoqui si vedono bambini che nonstante abbiano dei problemi gravissimi sprizzano felicità da tutti i pori,accontentandosi di un semplice abbraccio o carezza,qui c'è la cosidetta Manscout dell'ospledale ,un bambino che è stato abbandonato dalla madre appena nato,il suo nome è Aihr.In uesto viaggio attraverso l'anima dell'India ,ho conosciuto lo Swami-ji,colui che ha criticato negativamento il suo Paese sotto vari punti di vista.descrivendo dei giovani che vogliono opporsi a questi pregiudizi castali,per seguire il proprio cuore.Si parlato di Bollywood ed i come è unico al mondo il cinema indiano,garzie al Raso (l'insime delle emozioni che l'attore riesce a trasmettere al pubblico)un insime di emozioni tutte concentrate in un solo Film.Inizilmente esattamente come l'autore del libro, neanche io obbiettivamente volevo lascaire l'India Triste depressa di lasciare quello splendido Paese ,ma bensì con un sorriso e auguarndo buona fortuna a questo paese neoliberalista,che sta facendo dei garndi passi sotto vari punti di vista.Il libro si conclude con una frase che mi ha commosso,paensando di non poter più rivivere tutto ciò,più che commossione,sono stata coperta da un velo di amarezza e di speranza per un Pease che è davvero ammirabile e a cui bisogna dare ttto l'appoggio morale,ritornado alla fine del libro la farse si conclude con il pensiero dell'attore di bollywood,Benegal che parlando all'autore dice che dal primo viaggio in India potrai imparare molto e rispondere a tutte le domande che nella tua mente formano un vortice.I veri problemi arriveranno la seconda,la terza volta e tutte le altre infinite volte che vi andrai.Allora si che comincerai a non capire cos'è veramente L'India.


Vorrei concludere citando delle mie frasi che potrebbero racchiudere un pò il significato del libro intero:
-L'india è un susseguirsi di volti che non hanno nè inizio,nè fine;


-L'india non ha un'entità,è qulacosa di astratto,infinito,misterioso.


P.s. vi consiglio di leggerlo,solo così potrete realmente provare tutto questo e di conseguenza capire le mie frasi.

domenica 12 luglio 2009

हरे शिव


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IL MAYA

Con il termine Maya(in sanscrito माया)si intendono concetti metafisici appartenenti alla cultura induista.Il termine è spesso associato al Velo Di Maya,concetto elaborato dal filosofo Arthur Shopenhauer nella sua opera.Si tratta di un <> metafisico illusorio,che non permette all'uomo di percepire il significato di REALTà,ovvero l'offuscamento spirituale,che non concede di raggiungere in MOKSHA(liberazioen spirituale),liberandosi dal SAMSARA(il continuo ciclo di rinascite);in sintesi il maya,può essere considerato il letargo conoscitivo(Acarya,ignoranza metafica).Ogni comunità hindu,ha il suo modo di concepire il concetto
della parola Maya,ad esempio:Gli Hare Krishna,lo
concepiscono come un ostacolo ,che non permette di "instaurare una relazione" con Dio,identificato con Krishna per l'appunto.Secondo gli ADVAIDA VEDANTA,il<> è identificato attraverso il corpo,l'intelletto,ovvero il concetto dell'IO(ahamkara),che ricopre l'Atman(unica e vera entità immortale).

Per il filosofo Arthur Shopenahuer,il Velo di Maya non è altro che un rivestimento che non permette di vedere la vera Reltà,in sintesi secondo la sua relazione,con il termine Maya vuole intendere che la vita è un sogno,un'illusione,che dir si voglia.Anche se questo sognare è innato(l'unica vera realtà)che obbedisce a regole ben precise che caratterizzano lo schema conoscitivo di noi tutti.

sabato 11 luglio 2009

PERSONE SACRE






Nella nostra tradizone hindu si pensa che le divinità col tempo ascendano sulla terra sotto forma di uomini,e che gli uomini,a loro volta ascendano sulla terra come avatara delle divinità.Si ritiene che siano uomini e donne sacre.I primi che conosbbero la verità e trascrisserò i Veda presero il nome di vegenti(Rsi).Vi sono molti uomini sacri consuiderati delle reincarnazione delle divintà,questi in molte comunità hindu vengono ripsettati e venerati come degli dei per l'appunto,questi solitamente prendono il nome di Guru.In altre comunità non si prendono con molta considerazione.Questi uomini e donne vengono chiamati Acarya,Guru o Swami.La parola Acarya sta ad indicare un corpo riconosciuto in un monastero.





SWAMI="maestro"

Sadhu="Santi"

che impongono determinate credenze ai loro discepoli o seguaci.

I SADHU,inoltre devono attenersi da qualsiasi desiderio sessule o materiale,solitamente i Sadhu della setta di Vishnu portano sulla loro fronte un "U" simbolo della setta di Visnu.Vengono riconosciuti come degli asceta hindu.

IL gusto armonioso del Masalawai CHai(cucina indiana)


Ispirate dalla magica India e dal Libro della scrittrice Indiana Chitra Banerjee Divakaruni “La maga delle spezie”, apriamo questo Blog ancora in costruzione con una ricetta del Masalewali Chai ( the alle molte spezie….) .di questo the dà l’idea dell’India, con il suo sapore forte e aromatico. Fondamentale è la presenza del miele, che nei Veda è considerato principio fondatore, fonte di vita e di immortalità, come il latte che simboleggia l’abbondanza e la benevolenza degli Dei…..Indicato a fine pasto o nei momenti di relax e riflessione.Provatelo una volta e ne sarete catturati per sempre.Il Chai è inevitabile in India ,di solito si versa,se andate nei luoghi tradizionali,in tazzine di argilla bodellate sul momento,qundi consumi il tuo Chai puoi buttare la tazzina per terra,tutto in INdia può essere riciclato,e i resti del chai saranno rubati dalle scimmiette o leccate dalle mucche che cironsolano per le strade affollate o per i luoghi sacri.
Dopo i lunghi e faticosi viaggi in treno,non c'è niente di meglio di bevanda così sublime e armoniosa come il Masala Chai.

Soma e Le origini dell'indusimo



Un altro elemento che si affianca a Udvada(fuoco sacro)personificato dal Dio Agni,è Soma,ovvero una vera e proria PIANTA,che spremuta emana un liquido inebriante.Soma è diventato la personificazione della vita stessa(da cui il termine sacro che indica il "corpo",o meglio delle forze lunari che influenzno la vita dell'uomo.Quindi sin dai tempi più antichi,è stato definito dio della luna.


Il Soma infine è la bevanda dell'immortalità.




Il termine <>,è stao creato dagli studiosi occidentali,che dopo impegnative ricerche,hanno trovato un modo di riassumere in quetso termine due realtà religiose che sorsero in India sin dai tempi più remoti,ovver VEDISMO e Brahmanesimo;quindi in conclusione con questa frase si intende l'ultimo percorso di questa complessa religione.Quindi il fine degli studiosi Europei,è stato quello di racchiudere in un solo termine le realtà religiose che da sempre hanno popolato L'india,analizzando il sistema religios.sociale indiano.


In conclusione,con l'induismo non si intende un' unica religione in sè,ma bensì un insieme di realtà religiose che hanno attraversato la storia e le condizioni culturali sviluppatosi in esso nel tempo.Di conseguenza con il termine hindu si indiacano coloro che seguono questa fede,il nome deriva dal persiano,dal quale è anche derivato il termine induismo.Analizziamo un altro aspetto religioso ovvero il Brahmanesimo,che include il Visnuismo e lo Sivaismo(anche se il brahmanesimo è nato prima dell'induismo)inizialmente era l'unica religione in INDIA,in seguito riscontrando altre e diverse realtà religiose la religine si è diramata.In seguito naque le tre figure,le tre personificazioni del divino,BRAHMAN(essere supremo,presente in ogni essere vivente)Siva e Visnu,formando la Trimurti;col tempo queste tre essenze del divino si unirono formando L'Hare Hara,donando un tocco monoteistico al Barhamanesimo.

Per esempio nella Bhagavad-Gita,e nella conclusione della Mahabarata,la personificazione umana in Krisna di Visnu,formando così la figura del Visnu-Krisna,formando un'unica divinità.

Parlando di Siva,potremmo dire ad esempio,che,come voi ben sapeto avendo letto i miei postit passati o se avete studiato storia e filosofia dell'india,La Shakty (energia femminile)del dio appunto,può essere rappresentata attraverso delle Devi,ovvero divinità femminili.

Inizialmente per coloro che non scelsero la strada dello Sivaismo,La Shakty era solo parte di Siva,secondo moderne concezioni,si cominciò a tener conto solamente della parte femminile del Dio,di conseguenza nacquerò i Tantra,ovvero testi che esaltano l'Eterno femmineo,successivamente assunsero un valore Erotico-Amoroso:in teoria deve accompagnarsi alla purezza dello spirito,deve astenersi dal qualsiasi desiderio sessuale e da ogni bene materiale,ma le deviazioni furono in seguito inevitabili.

L'induismo oggi,è la terza religione mondiale per importanza,dopo cristianesimo e islamismo;l'induismo è diffuso particolarmente nell'Asia meridionale,nel 99% dell' India specialmente,ma con il fenomeno dell'emigrazione si è diffuso anche in molte altre zone dell'Asia,in Cina ad esempio,mentre in Europa è molto diffuso il movimento degli Hare Krishna(io ne faccio parte),basato sulla meditazione trascendetale.

venerdì 10 luglio 2009

La Nascita e le Origini remote della Dea Lakshmi



Le origini della Dea Lakshmi,sono molto remote,risalgono pressocchè all'anno 1000 e 500a.C.


La sua nascita,viene spiegata attraverso una leggenda. Il saggio Durvasa,donò al Dio Indra,Re dei deva,una ghirlanda di fiori che non sarebbero mai appassiti,nonchè simbolo d'immortalità;il Dio a sua volta donò la ghirlanda al suo elefante sacro Airvata.Un giorno,il saggio Durvasa,si accorse che l'elefante stava calpestando la ghirlanda,allora Durvasa lanciò una meledizione al Dio Indra e a tutti gli Dei,repundiandoli dal cielo.


Questa fu un'ottima occasione per gli Asura(parti demoniache dei Deva),per prendere il soparvvento sui Deva stessi,da sempre in conflitto.Allora il Dio Indra e gli DEi ,si rivolsero al creatore,Bramha,il quale ordino agli Asura di svolgere attraverso i loro cobra,la zangaltura dell'Oceano di latte.Bramha a sua volta chiese l'intervento del Dio Vishnu,il quale prese le sembianze della tartaruga Kuma,prese il sacro monte Mandara e lo utilizzo come bastone,mentre il re dei nega,Vasuki,fece da corda.Dalla zangolatura dell'Oceano di latte ,nacquero tante meraviglio,fra queste la Dea Lakshmi,che scelse come suo sposo Vishnu,l'unico in grado di distogliersi dal Maya(illusione).Dal quel momento Lakshmi divenne anche la figlia del mare,sorella della luna che,come la Dea ,nacque dalla burrificazione dell'Oceno di latte.